“Lettera a chi non c’era. Parole dalle terre mosse” – FRANCO ARMINIO

Franco Arminio

L’autore

Franco Arminio

Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia (AV).

Collabora con diverse testate locali e nazionali come Il manifesto, Il Mattino di Napoli, Ottopagine, Corriere del Mezzogiorno, ed è animatore del blog Comunità Provvisoria. Paesologo, Arminio racconta i piccoli paesi d’Italia, e ha realizzato anche vari documentari.

Nel 2009, con Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia (Laterza) ha vinto il Premio Stephen Dedalus per la sezione “Altre scritture”. Nel luglio 2011, con Cartoline dai morti (Nottetempo) ha vinto per la seconda volta il Premio Stephen Dedalus per la sezione “Altre scritture”.
Tra i suoi libri più recenti: Oratorio bizantino (Ediesse, 2011, prefazione di Franco Cassano), Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno Mondadori, 2013), La punta del cuore (Mephite, 2013), Nuove cartoline dai morti (Pellegrini, 2016) e Lettera a chi non c’era (Bompiani, 2021).

Lettera a chi non c'era

Il Libro

Lettera a chi non c’era. Parole dalle terre mosse

C’è Mario, che aspettava di mangiare la pizza di granturco con la figlia in braccio quando la terra ha iniziato a tremare: ha perso tutto, vive da anni in un container. Ci sono due ragazzi che si baciano in una macchina, il terremoto li coglie in quel momento di dolcezza. C’è Benedetto Croce, che riprende i sensi a notte fonda e si trova coperto dalle macerie fino al collo, e c’è Gaetano Salvemini, che sopravvive alla moglie, ai figli e a una sorella perché si aggrappa all’unica parete che non crolla. Il terremoto del 1980 in Irpinia, che travolse una terra già segnata dall’emigrazione, e la ricostruzione, che produsse tanti guasti ma non ha portato via la grazia antica di quei luoghi. Gli altri terremoti italiani, da quelli di Messina e Avezzano ai più recenti dell’Emilia, de L’Aquila e delle Marche. E in mezzo tante disgrazie collettive, imprevedibili o dovute all’incuria umana.

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