“Resistere a Mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato” – GIOVANNI IMPASTATO

Giovanni Impastato

L’autore

Giovanni Impastato

Giovanni Impastato è presidente della Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato”. Il centro è nato per continuare l’azione di Peppino Impastato, che denunciò i misfatti della mafia con ogni mezzo e soprattutto attraverso la sua radio indipendente, “Radio Aut”, che trasmetteva a poca distanza dalla casa di Tano Badalamenti a Cinisi. Peppino Impastato fu ammazzato dalla mafia a Cinisi il 9 maggio 1978: il suo corpo venne trovato dilaniato dal tritolo sulla ferrovia Palermo-Trapani. Ma ci sono voluti più di vent’anni per dimostrare che quello di Peppino era stato un omicidio mafioso ordinato dal boss Tano Badalamenti (il quale, peraltro, è morto in carcere negli Stati Uniti). La storia di questo ragazzo che, pur essendo figlio di un mafioso, credeva nella giustizia e osò sfidare la mafia attraverso frequenze di Radio Aut, è stata raccontata magistralmente dal regista Marco Tullio Giordana nel film “I cento passi”.

Resistere a Mafiopoli

Il Libro

Resistere a Mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato

“La mafia era sempre stata di famiglia per noi, interna alla nostra casa, così abituale da non farsi notare; ma, con l’omicidio dello zio, d’improvviso diventava una forma spaventosa, sconosciuta e falsamente benevola. Di quel nucleo familiare, così forte e unito, di quella famiglia felice e ostentatamente patriarcale come era la mia, oggi non esiste più niente: è stata spazzata via dalla crudeltà della mafia che non ha avuto il minimo scrupolo a sconvolgere i nostri affetti e i nostri sentimenti. La nostra mafia si sfaldava e, a peggiorare le cose, avrebbe contribuito anche un atteggiamento che, fino ad allora, ci era sconosciuto. Cominciarono problemi nei rapporti familiari, soprattutto per la reazione di Peppino che da allora cominciò a chiedersi in che famiglia e in che mondo vivesse. Sono stati tempi molto difficili. Almeno agli inizi, sembrava impossibile poterci liberare da quell’oppressione mafiosa, toglierci dalla testa quel velo di falsità che ricopriva anche la nostra casa. Ci siamo riusciti pagando un prezzo altissimo ma con un risultato straordinario che oggi possiamo rivendicare con pieno merito: quello di essere tornati a vivere come persone libere che sono riuscite a far capire che in Sicilia è possibile resistere contro lo strapotere della mafia. Un’eredità dal valore inestimabile, una ricchezza che ci è stata lasciata da Peppino e che mia madre e io abbiamo saputo raccogliere per essere i testimoni del nostro tempo.”

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